venerdì 29 gennaio 2010

Bertolaso lascia il testimone a Chiodi

Passaggio di consegne ufficiale tra il Commissario delegato per l'emergenza terremoto, Guido Bertolaso, e il Commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi. Questa mattina nella sala briefing della caserma della Guardia di Finanza di Coppito, quartier generale dellaProtezione Civile nei nove mesi dell’emergenza, si è svolto l’incontro con la firma ufficiale. Presenti tra gli altri, anche i Vicecommissari, la Presidente della Provincia Stefania Pezzopane, e il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. Nel pomeriggio, nell’Auditorium della Caserma, la cerimonia ufficiale che ha sancito il passaggio di consegne, alla presenza del Presidente del Consiglio e dei Sindaci dei Comuni del cratere. Il Capo della Protezione Civile ha voluto ricordare dal palco dell’Auditorium i momenti più significativi della sua esperienza aquilana, dalla concitata notte del terremoto alla nascita della squadra di lavoro che avrebbe gestito al suo fianco nove mesi di emergenza, fino alla soddisfazione per la consegna degli alloggi alla popolazione colpita dal terremoto e alla riapertura delle scuole. Il Presidente della Regione Gianni Chiodi ha posto l’accento sull’importanza di “aver fatto squadra”, il vero motore che ha permesso di realizzare quanto è stato fatto fino ad oggi. Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha ricordato che oggi si chiude una pagina di cui possiamo essere orgogliosi sottolineando la grande responsabilità di scrivere con altrettanto impegno gli altri capitoli che sono necessari per considerare vinta la battaglia: il recupero dei centri storici, la rinascita delle attività produttive e una maggior sicurezza nel futuro. Nonostante il passaggio di consegne, la Protezione Civile non lascia definitivamente l’Abruzzo: uno staff del Dipartimento affiancherà infatti per qualche settimana la nuova struttura di coordinamento istituita del neo commissario Chiodi.

sabato 16 gennaio 2010

Haiti: sisma 30 volte più intenso di quello abruzzese

Il terremoto che ha colpito Haiti il 12 gennaio scorso è stato un evento sismico catastrofico di magnitudo 7 della scala Richter (circa trenta volte più intenso di quello abruzzese del 6 aprile 2009) con epicentro localizzato a 10 km di profondità a 15 km Sud-Ovest di Port-au-Prince, la capitale haitiana che conta circa 2.300.000 abitanti. La scossa principale si è verificata alle 16:53 locali (21:53 ora italiana); successivamente è stata registrata una lunga serie di repliche, quattordici delle quali di magnitudo compresa tra 5.0 e 5.9. Non è ancora possibile tracciare un bilancio attendibile dei danni provocati, ma è chiaro che siamo di fronte ad una tragedia di proporzioni imponenti, con notizie che indicano nell’ordine delle centinaia di migliaia il numero di morti. Secondo la Croce Rossa Internazionale, il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone, un terzo della popolazione nazionale. Haiti è il paese meno sviluppato dell'emisfero settentrionale e uno dei più poveri al mondo. Gli indicatori economici e sociali mostrano come, a partire dagli anni '80, abbia accumulato un divario sensibile rispetto ad altri paesi in via di sviluppo con livelli di reddito molto bassi. Già prima del sisma circa l'80% della popolazione viveva in una condizione di povertà, il 54% viveva con meno di un dollaro al giorno, i disoccupati rappresentavano oltre il 60% della popolazione. Haiti risulta essere in forte ritardo in pressoché tutti gli indicatori di sviluppo, anche in confronto ai paesi della zona caraibica e alla Repubblica Dominicana, con cui divide il territorio della stessa isola di Hispaniola.

lunedì 11 gennaio 2010

Ciao Marco

Stavolta ci hai fregato davvero. Quante volte ci hai burlato… al telefono, in Dipartimento, incontrandoci per strada… “ciao Professò”, ci chiamavi. Sempre nel “rispetto dei ruoli”, come dicevi tu, ti piaceva scherzare con tutti; ma questo non ti impediva di essere rigoroso ed affidabile nel tuo lavoro. Tu che i conti li sapevi fare davvero, non hai potuto che fare i conti con un destino bastardo, di quelli che è difficile comprendere, impossibile farsene una ragione. Ci vorrebbe una delle tue battute adesso, per darci la forza di ricominciare, per farci tornare il sorriso entrando in Dipartimento e sentendoci dire “Hai visto professò… ti ho fregato anche stavolta!